Monday, 30 July 2012

focus > qual'è la corrente a cui si va contro?


se come credo in realtà, la corrente di cui si parla non è fuori di noi ma in noi stessi,  forse retaggio di vecchie paure che oggi più che mai tornano attuali,  a quale parte di noi stessi andiamo contro? e per quale motivo? per cambiare? per creare un vuoto? e cosa ce ne facciamo di questo vuoto?? forse può aiutare a conoscere l’altro da noi? spesso ho parlato e sentito parlare di spazi aperti ma nella realtà questo non avviene mai, vuoi per la tempistica, vuoi per questioni ‘politiche’ o di ‘riconoscimento’ che serve per consolidare la propria identità con chi ci riconosciamo o  dai quali vorremmo essere riconosciuti.  smetterei di parlarne e invece inizierei a parlare di spazio Reale. imparare a lasciare veramente spazio allo ‘sconosciuto’ non è cosa facile e ancora di più al conosciuto non riconosciuto, un po' perché questo ci trasforma in esseri indifesi e vulnerabili senza punti di riferimento. e se fossimo vulnerabili tutti insieme,  cosa accadrebbe?? sarebbe una novità se approcciandoci al festival provassimo tutti a ‘spogliarci’ della nostra parte d’identità che consideriamo in ‘corrente’ e che in realtà l’opera fosse proprio quella,  chissà che invece di essere controcorrente non ci troviamo tutti in una nuova Korrente.  vorrei ringraziare , come spettatrice  chi in questa edizione si è preso la responsabilità di esporsi attraverso il proprio lavoro e accolgo l’offerta del baratto.

Leda Sacchetti

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