Monday 25 May 2015

CORTEO OCCUPA VILLA RICCI IN RISPOSTA ALLO SGOMBERO DI CASA MADIBA



























Eccellente risposta di Casa Madiba agli sgomberi di mercoledi': Sabato 23 il corteo Madiba Street Parade rioccupa una villa comunale in centro come alloggio per le 20 persone buttate in strada. Sotto il naso della polizia. Le forze dell'ordine pronte a giocare la partita nell'ambito dello scontro violento che li vede inevitabilmente predominanti, sono rimaste spiazzate dalla mossa degli attivisti che hanno rilanciato portando il confronto su un piano politico e creativo, invertendo i rapporti di forza. Dopo due ore di tensione, in una strada chiusa da ambe i lati dallo spiegamento massiccio degli agenti, la polizia si e' ritirata e gli occupanti sono rimasti alla villa. La villa, in disuso da anni, era stata donata al Comune per utilizzo a scopo sociale. Chapeau!


http://www.globalproject.info/it/in_movimento/rimini-madiba-street-parade-contro-ipocrisie-e-rappresaglie-occupato-un-nuovo-spazio-abitativo/19128


Saturday 23 May 2015

GIORNI DI STRAORDINARIA DEMOCRAZIA / Macao sostiene Casa Madiba




























Giorni di straordinaria democrazia
“How beauteous mankind is! O brave new world that has such people in't!”
A Rimini arriviamo costeggiando il mare. D non c’è più, è partito verso il nord. Il mare lui non riesce più neanche a vederlo. Né a respirarlo. Vertigini e perdita di conoscenza. Quella notte solo il suo barcone ce l’ha fatta. Meglio cambiare aria, e riprendere il largo, rituffandosi verso luoghi di non-ricordo. D l’abbiamo conosciuto qui, a Macao, mentre annaspavamo nei nostri, nei loro “mayday”. Parla pochissimo ma abbastanza da lasciarci almeno immaginare che solo la narrazione diretta di quelle fughe può restituirne un’idea tangibile. Nei suoi racconti i passi del lavoro nero, dello sfruttamento, del ricatto, affondano la stanchezza, ridisegnando nuove frontiere. Lavoro. È proprio nel lavoro che si trovano forme collettive di resistenza. Così il 25 aprile Casa Madiba si riempie di migranti, attivisti, artisti, per compattarsi partendo da What for? Cosa facciamo per chi? Una domanda semplice che apre la complessità dello stare in democrazie apparenti fondate sulle schiavitù del lavoro. Lacci capaci di soggiogare andando ben oltre qualsiasi demarcazione culturale. Il discorso parte da diversi incipit, migranti impiegati nei reparti di logistica, sindacati in cerca di altre letture antropologiche, intellettuali artisti e tecnici che sperimentano nuovi percorsi di coproduzione culturale, per confluire sull’imposizione del lavoro come condizione di frustrazione diffusa, che sottrae vita sottraendo tempo. È nel mondo semisommerso del lavoro che si ripercuotono vecchi sistemi repressivi, oggi resi più forti dai disequilibri contrattuali, dalla compartimentazione prodotta dagli specialismi che vorrebbero legittimare ogni situazione lavorativa “come un caso a sé”. A Casa Madiba ripartiamo invece dal sé, non solo come sfera del saper fare ma come sfera del proporsi. Le barriere riappaiono come valichi intra-soggettivi, “il filo si è rotto perché Arianna si è impiccata”. C’è bisogno di riscrivere una diversa narrativa, cercando di non ricadere nei separatismi tenendo conto delle differenze. È un motto che ci rincorre da decenni. Lo ripetiamo anche noi. Proviamo a ripartire allora dalla lingua, dal senso e dall’uso speculativo della parola, per attraversare nell’etimo corrispondenze comuni. Democrazia. C’è posto per il mondo e per il suo doppio? L’eccesso di sicurezza produce il muro dei corpi. Ma sono corpi trattati come oggetti, facilmente sgomberabili per mancanza di solidità. Per mancanza di solidarietà, asportabili a un destino cieco. Sliding doors.
In fondo basterebbe tenere aperte le porte. Doors of perception, anno 1954.
È ciò che hanno fatto sabato migranti e attivisti accorsi in tanti a Rimini, occupando insieme agli abitanti di Villa Fiorentina e Eva, Villa Ricci. Casa Madiba non solo resiste, ma si fa più grande, più solida. Casa Madiba è la porta aperta.

(ph Melissa Cecchini)





Friday 22 May 2015

FACK SOSTIENE CASA MADIBA



FACK appoggia gli attivisti e gli occupanti di Casa Madiba Network e di Villa Florentina ed Eva a Rimini.
Riteniamo inaccettabile lo sgombero di Casa Madiba e della Villa e la repressione brutale attuata verso chi ha fatto nell'ultimo hanno un lavoro eccellente su alloggio a migranti, emergenza casa, produzione culturale, sostegno a lavoratori della logistica e turismo, offrendo riposte concrete a problemi che l’amministrazione per incompetenza e conflitti d’interesse trascura. Casa Madiba e' nata in un edificio del comune in disuso da anni, mentre Villa Florentina ed Eva e' stato liberato da pochi giorni per fare fronte all’emergenza casa, per dare alloggio a 20 persone tra cui bambini/e.  Lo sgombero e’  una  ritorsione a seguito dell'apertura di Villa Florentina ed Eva, proprieta privata di uno speculatore immobiliare, proprietario di 35 appartamenti-edifici vuoti di cui vari in stato di abbandono e degrado, che nei giorni scorsi si e' prodigato in raid e atti di vandalismo nel suo stesso stabile per impedirne il riutilizzo a scopo sociale, rivendicato dagli attivisti in base all’articolo 41 della costituzione. Lo sgombero, conseguente alle pressioni fatte dal proprietario sull'amministrazione, dimostra come forze dell'ordine, amministrazione e poteri locali si muovano negli interessi di questo genere di persone, anteponendoli nettamente ai problemi primari delle persone sul territorio. Riguardo a Casa Madiba il clima era gia' molto tesa in giunta, con dinamiche in atto simili a quelle verificatesi per il Teatro Valle a in altre situazioni di teatri occupati: e’ stata proposta l’assegnazione tramite bando – ma con la condizione che gli attivisti uscissero dallo spazio per permetterne "la messa in sicurezza". Si tratta della solita farsa per mettere gli attivisti dalla parte del torto e concettualmente inaccettabile: o il risultato del bando e' gia’ definito e quindi si svolge per finta e allora ci si rende conniventi alla non trasparenza delle procedure, o e' il bando si svolge per davvero e allora non c'e' alcuna garanzia di rientrare ed e’ molto prevedibile che lo spazio non lo si rivedra' mai. l'imposizione del bando poi mira a riportare ad una modalita' di gestione verticistica contraria ai principi di auto-organizzazione e gestione partecipata del bene comune che sono la forza vitale e concettuale di queste esperienze. Pensiamo che liberare Villa Florentina ed Eva sia stata una mossa perfetta da parte degli attivisti di Casa Madiba, che invece di stare con la coda tra le gambe e giocare in difesa per conservare lo spazio conquistato, hanno rilanciato aprendo la Villa, dimostrando come continuano a farsi carico in primis dei problemi primari della gente, facendo politica con la P maiuscola...massimo rispetto. Comunque vada hanno creato le condizioni migliori per andare avanti con slancio. Chiediamo la mobilitazione della rete dei teatri occupati perche’ la voce circoli a livello nazionale e lo sgombero non passi inosservato. E’ necessario fare dello sgombero e degli eventi di questi giorni un punto politico, perche’ il lavoro fatto venga valorizzato come  base dei passaggi a seguire.La piattaforma FACK ha realizzato a per l’anniversario della Resistenza il 25 aprile a Casa Madiba una due giorni di incontri, assemblee e eventi artistici con partecipazione di attivisti, lavoratori, viaggiatori, studenti, artisti e teorici internazionali, per un momento straordinario di confronto, di produzione culturale e autorganizzazione che non poteva trovare un contesto piu’ adatto che lo spazio di chi la Resistenza non soltanto la ricorda ma la mette in atto ogni giorno lottando e impegnandosi su tutti i punti caldi del disagio e del conflitto sociale attuale. Sabato 23 corteo – partenza dalla Stazione FS di Rimini
Que viva Casa Madiba!
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/la-dignita-e-in-cammino-e-a-rimini-viene-da-via-dario-campana/19114