La piattaforma
indisciplinare e indisciplinata f.a.c.k. CON e PER Casa Madiba Network insieme
a amic*, compagn*, migrant*, amator*, student*, opera*, artist*, studios*,
barbon*, casalingh*, pensionat*, flâneurs e flâneuse, vicin* di casa, can* randag*, bagnin* and many many others si ritrovano
per ballare sognare e sperimentare nuove forme d’azione trasversale dal basso
contro le politiche repressive e di marketing delle governance locali e
(inter)nazionali.
urge urge urge
Rimini, Rimini, Rimini è in questo territorio che sono
state sperimentate le ultime riforme del lavoro che hanno preparato il Jobs Act:
cancellazione dei diritti e annullamento della dignità di lavoratori precari e stagionali
(oggi si lavora con i VOUCHER!). Qui dove l’impresa è parte integrante del
doppio Stato, sempre più forte con i deboli e debole con i forti. Per questo ci
fanno odiare le lavoratrici rumene degli alberghi e i venditori ambulanti
migranti e non chi ci spreme come limoni nei bar, negli alberghi, nei
ristoranti, in spiaggia 12 ore al giorno, senza giorno libero, né malattia e
con sempre meno ammortizzatori sociali e Stato sociale. Nel frattempo vengono
spese ingenti risorse pubbliche in marketing turistico, grandi eventi, proroghe
e deroghe speciali per gli amici degli amici. Un lavoratore stagionale o una
lavoratrice stagionale non sempre riescono a garantirsi il pagamento
dell’affitto per questo diversi di loro hanno deciso di occupare a Rimini. Per
questo Villa Florentina ed Eva, l’occupazione dedicata alle due lavoratrici
morte nelle aziende turistiche del territorio in circostanze non ancora
pienamente chiarite.
20 maggio - l’amministrazione Pd del sindaco Gnassi
sgombera con generoso spiegamento di forze Casa Madiba Network e Villa
Florentina ed Eva, laboratori politici e culturali e soluzioni abitative per
migranti e senzatetto di ogni provenienza. Confini e muri di questi tempi si
riproducono a dismisura e la residenza è il nuovo fronte di esclusione da quel poco di Stato sociale che è rimasto.
23 maggio - il corteo di protesta a seguito degli sgomberi Madiba
Street Parade si conclude con l’occupazione del Villino Ricci. La giunta si
spacca. La città si anima. La partecipazione intorno al Network di Casa Madiba
cresce ogni giorno diventando un movimento. Il sindaco Gnassi deposita
l’ordinanza di sgombero del Villino Ricci.
Nel frattempo Gnassi si prepara a inaugurare il
cartellone auto-promozionale Rimining (il nuovo brand del 2015 per i grandi eventi marchiati EXPO) e un evento artistico e culturale
al cinema abbandonato Astoria. Con la riapertura del Cinema Astoria Gnassi si
attribuisce il patrocinio di forme culturali innovative che riprendono gli
slogan della partecipazione e dei beni comuni sviluppati nell’ambito dei teatri
occupati, riabilitando la propria immagine nonostante le pratiche di
repressione attuate nei confronti delle esperienze territoriali realmente
autogestite e partecipate quali Casa Madiba. L’evento inaugurale prepara
l’assegnazione concordata del Cinema Astoria a lungo termine, in modo
diametralmente opposto agli impedimenti avanzati per l’assegnazione
dell’edificio sequestrato dopo lo sgombero di Casa Madiba, per il quale
sembrano imprescindibili procedure quali il bando o l’istruttoria. I fatti di
Rimini riaccendono il conflitto tra relazioni politche, governance del
territorio e produzione culturale. In termini concreti: diritto all’abitare,
lavoro, città migrante.
9 Giugno –
“Operazione Titano, Chili di 'neve'
sul Coconuts”. Il locale di punta della Rimining istituzionale (made in PD by
Co. Gnassi) è chiuso per un mese da un’ordinanza della Questura, una ventina di
arresti per un giro di cocaina che, in una sola notte, poteva portare i pusher
a vendere 1,5 chili di 'neve'. Non solo armi, estorsioni, denaro falso. Dalle indagini
emerge un mondo parallelo al divertimento perfettamente legalizzato. Fra gli
arrestati Fabio Paesani, fra gli indagati Lucio Paesani il fratello
maggiore, presidente del Comitato Rimini Porto, entrambi grandi amici del Sindaco,
Andrea Gnassi. Con lui sono sempre presenti – fianco a fianco – alle conferenze
stampa di presentazione dei cartelloni dei grandi eventi (Molo Street Parade e
Notte rosa WOW!) insieme ai rappresentanti delle altre associazioni di
categoria: albergatori e commercianti.
12 Giugno – Il Carlino pubblica una notizia
calunniante ai danni di Casa Madiba Network - dopo una soffiata da ambienti
della Questura e della Procura. Senza aver chiesto un commento o una rettifica
agli attivisti: “Pentito di Casa Madiba
denuncia si pagava per dormire nella casa occupata”. La Procura apre un
fascicolo per violenza privata ed estorsione. Procura e Questura utilizzano un
alcolista anonimo precedentemente accolto ed allontanato dall’assemblea di
autogoverno di Casa Madiba - a seguito
di ripetuti episodi di violenza a danno di altri
ospiti, attivisti e struttura - per sferrare un attacco inquietante: alludere
al fatto che il progetto di accoglienza degna per i rifugiati e gli homeless
della città, nato intorno al progetto di Casa Madiba Network, lucrasse su
tali emergenze e disagi di natura abitativa. Più di 50 persone alla conferenza
stampa indetta in risposta alle calunnie pubblicate dal Carlino a sostegno di
Casa Madiba, ora un network di riferimento per le sinergie e sincronie della città
che sperimentano nuove forme di coabitazione e coproduzione culturale. Altro
che sfruttamento delle emergenze. Il danno sul territorio è l’esito di una governance
top-down che sfrutta il brand Rimining e il conseguente sistema corruttivo e clientelare.
14 Giugno – sulla Stampa si apprende che il
Coconuts cambierà nome, “potrebbe riassumere la vecchia denominazione
"Bahamas". Arrivano inoltre altre informazioni: “il Coconuts potrebbe
infatti ottenere una deroga per la "Molo Street Parade" e la
"Notte Rosa". In particolare, per il primo evento quello di sabato 27
giugno, dovrebbe essere permesso il dj set sull'imbarcazione principale della
serata con il logo dello storico locale.
19 Giugno – Ad una attivista di Casa Madiba
Network viene comunicato dalla cooperativa con la quale lavora da 9 anni presso
un Consultorio locale che la AUSL di Rimini ha chiuso la convenzione con la
cooperativa e che il giorno successivo sarebbe stato l’ultimo giorno di lavoro.
Trasgredire le scene dell'ordine istituito
nella città
mantenendo e liberando la sua
animazione spontanea
Ogni territorio, in particolare quello
presente di Rimini, è il catalizzatore delle forze che determinano non solo la
distribuzione delle risorse abitative, ma è inscindibile anche dalle forme di
lavoro e produzione culturale, laddove la liberazione/apertura di spazi in
disuso, la messa in comune di conoscenze e strumenti, costituisce, per una
sempre più estesa popolazione, stanziale e migrante, l’unica possibilità di
essere parte attiva alla trasformazione del paesaggio come condizione di vita.
Dagli intrecci, dalle interferenze, dalle contiguità di questi diversi layers
della città contemporanea, esplorata anche attraverso occhi provenienti da
lontano, scaturiscono nuove alleanze tra discorso e azione che trovano voce
proprio negli spazi come quello di Casa Madiba, a sua volta alimentata dalle
ramificazioni e dalle aggregazioni/falangi che si sono coagulate nel corso del
tempo. E’ qui, nelle pieghe degli invasi antropologici, nelle transumanze
urbane dell’agire periferico, che prende corpo una “terza lingua”, dove arte,
incontro assembleare, produzione e modi diversi di coabitare sono compresi in un
unico lemma, aperto alle invenzioni a cui guardano con bramosia le istituzioni
culturali congelate nell’empasse di un cambiamento necessario ma annichilito dalla
mancata condivisione di motivazioni tra distributori di contenitori e abitanti.
E forse è questo il nodo che distingue le diverse attitudini dello stare nella
politica della città, con la consapevolezza che non c’è Rimini e Bruxelles, ma un innesto “algoritmico”
per cui Rimini è in Bruxelles.
Allora TAZ
RIMINI CALLING!!! WHAT FOR? Tre giorni di laboratorio di autogestione, di riflessione,
di produzione culturale e politica – 26/27/28 giugno. Nella
TAZ - What for? (with who and how) > sessioni di lavoro, nella mattina e nel pomeriggio
del 27 e 28 giugno, aperte a chi desidera prenderne parte; dove fare una
riflessione partecipata sul potenziale trasformativo dell’agire artistico-politico-sociale
nel contesto delle attuali politiche di sussunzione e di repressione delle
governance territoriali e (extra)nazionali; dove confrontarsi con il perché – what
for – del nostro agire che così spesso finisce per essere catturato,
snaturato e strumentalizzato dalle istituzioni, riducendosi fatalmente ad un
atto di “complicità” (spesso e volentieri incosciente) con il sistema; dove
lanciarsi in un avventura folle di costruzione di un nuovo discorso, un nuovo
soggetto ibrido. Il significato di un lavoro, anche di quello artistico, non
può essere extrapolato dai rapporti di produzione attraverso cui viene
realizzato, di cui è intriso, e dai contesti istituzionali e sociali in cui è
inserito. Cosa significa rapportare un lavoro artistico a ambiti di lotte
lavorative e d’attivismo sociale, collocandoli in contesti capaci di
trasformarne la valenza e le prospettive? Forse è tempo a iniziare a scegliere
bene i nostri colleghi e compagni e a sperimentare linguaggi e pratiche comuni,
provando a passare ad un piano d’azione in cui si vada oltre le polarità
arte-politica, attivisti-artisti. Il fatto che il pensiero o l’azione critica vengano
sistematicamente neutralizzati e asserviti alle governance attraverso i
meccanismi divoranti della sussunzione e della repressione è un esproprio e
umiliazione a cui si presta di continuo la categoria dei produttori dell’“immateriale”.
E’ possibile interrompere questa continuità oppressiva? E’ possibile scioperare
quei mostri divoranti che diventano i musei-mostre-festival-teatri qualora
entrino in modo fazioso negli equilibri delle politiche territoriali rendendosi
dispositivi del potere per la rappresentazione e neutralizzazione della
politica? Questo significherebbe smettere di fare quello che ci tiene in vita?
Ma quel fare che ci tiene in vita si può praticare solo all’interno di mostri
divoranti? Come e con chi aprire altre prospettive che permettano di uscire
dalle contraddizioni in cui ora siamo incastrati?
Apriamo una riflessione che interroghi la produzione culturale in rapporto
ai problemi dello sfruttamento, emergenza abitativa, liberta' di movimento,
reddito, femminismi, formazione.
Per le governance l’unica alternativa
alla sussunzione è la repressione. Ma le varie realtà territoriali hanno
energie e potenziale molto maggiore di quanto le governance possano
amministrare e controllare.
RIMINI CALLING! WHAT FOR? istruzioni per l’uso
Artisti/e, attivisti/e, teorici/e,
viaggiatori e viaggiatrici, lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse sono
invitati/e a intervenire nel dibattito, a partecipare alla scrittura collettiva
di un documento, a pensarne le forme e a esplorare insieme l’attuazione di un
evento basato su autorganizzazione, sinergia, condizioni paritarie per chiunque
intervenga proponendo un atto artistico o teorico o altro, in un evento
fattivamente aperto e privo di dispositivi di selezione dall’alto, accreditato a tutti i partecipanti
attivi come co-organizzatori, co-produttori e co-realizzatori. Tre giorni di eventi di musica, performance, installazioni,
proiezioni, workshops di cui le sottoscrizione da bar e da offerta libera
vadano a sostegno dell’attività di Casa Madiba Network e la copertura di alcune
spese logistiche indispensabili alla realizzazione. Casa Madiba Network mette a
disposizione la tecnica di cui dispone, assistenza tecnica e canali di
comunicazione, vitto e alloggio per quelli che vengono da fuori in soluzioni
informali. Chi partecipa deve provvedere ai propri costi di viaggio e ai
materiali/tecnica extra per il proprio lavoro. Persone che intervengono e
persone che ospitano l’evento si trovano in questo caso accomunati dalla gratuità delle
energie spese e del lavoro offerto; il valore di quello che viene realizzato
grazie alla loro sinergia e generosità non si colloca nella scala del compenso
in denaro, radicandosi in una diversa costellazione di valenze e in un diverso
terreno di relazioni che rimandano ad una economia del dono. WHAT FOR? è un
evento basato sul principio di una “scelta” partecipata, dove ognuno può
contribuire e/o coinvolgere altri, assumendosi la responsabilità del proprio
intervento in un dato contesto. Il programma, che si compone come un puzzle delle
proposte d’intervento, è gestita collettivamente e ognuno è invitato/a a
collaborare per quanto gli sia possibile alla preparazione.
TAZ > 26/27/28 giugno a Rimini > luogo da definire - stay tuned!
Per partecipare e info > manda un messaggio alla pagina FB RIMINI CALLING o un e-mail
a: f.a.c.k.festival@gmail.com
> info al 327 3675474 / 338 1889040
links:
https://www.facebook.com/CasaMadiba
http://fackfestival.blogspot.it/
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