Sedute andanti
Macao a F.A.C.K.
Locazioni del centro storico in prossimita' della Galleria Ex Pescheria,
Via Pescheria 23 - Cesena
Venerdi' 31 agosto dalle h 19.00
Uno dei primi mobili che compare nella storia dell'uomo è quello della seduta e come tutti gli oggetti “funzionali”, trasformata in sedia, nel corso del tempo è diventata arte, design, oggetto di culto.
Se ripercorriamo la storia dell’arte visiva, possiamo trovarne le prime tracce già nello “Stendardo di Ur” nell’antica Mesopotamia, dove la seduta ospitava una sola persona, sacerdote o re.
[…]Attraverso balzi nella storia possiamo trovare la sedia in innumerevoli rappresentazioni da Cimabue e Giotto a Lorenzetti, da Antonello da Messina a Piero della Francesca, da Tintoretto a Caravaggio, dal Pannini e Crespi a Boucher, da Millais a Manet, da Cézanne a Van Gogh, da Duchamp a Magritte, da Sironi a... sono centinaia gli esempi possibili fino agli anni 60’.
Vincent Van Gogh, La sedia, 1888.
Poi succede qualcosa: da luogo prevalentemente dedicato alla sosta fisica e al pensiero, da oggetto “d’appoggio” rappresentabile a luogo prescelto per la proiezione del pensiero stesso a postazione d’innumerevoli relazioni e comprensioni.
Da oggetto d’uso comune a luogo che, trascesa la sua funzionalità, diviene “tramite” tra la società e il pensiero.
[…]Una delle opere più famose dell'artista americano Joseph Kosuth, che spiega bene il concetto di Arte Concettuale, è «Una e tre sedie», in cui egli espone una sedia vera, un’immagine fotografica e la definizione scritta della parola "sedia". L’artista cerca di creare nello spettatore, la riflessione sul rapporto conflittuale, che, esiste tra realtà, rappresentazione iconica significante (immagine) e significato logico (parola).
[…]Arte diviene anche il parlare dell’arte, il comportamento, la riflessione, soprattutto dibattito aperto sulle modalità di espressione degli artisti nelle sperimentazioni di linguaggio ma anche all'interno di movimenti politici e di resistenza culturale.
Chen Zhen, Round Table, 1995
[…]Arrivando ai giorni nostri, […] c’è di più, soprattutto nell’opera di alcuni artisti o gruppi che operano in questo tempo, “l’oggetto” ritorna oggetto ma per costruire livelli diversi, più consoni alla richiesta di parola, necessità di ascolto e partecipazione che sale dal basso: dicesi POLITICA.
Marco Vaglieri: Operazioni necessarie alla circolazione accelerata di ossigeno, 1995.
Le sedie di Macao:
Dal primo giorno a torre Galfa una delle urgenze è stata rimediare sedie, tante, tantissime. Non è, solo, lo spazio fisico che vuole occupare questa spontaneità e urgenza ma, più necessaria, una finestra di ascolto e partecipazione per centinaia di persone che hanno invaso pacificamente questo “bisonte” abbandonato, usato come cassa dal potere mafioso della città.
MACAO, Torre Galfa Milano, Maggio 2012.
Dalla primavera scorsa (2011) molti cittadini, artisti e operatori culturali hanno dato vita a esperienze inedite, attraverso pratiche di occupazione di spazi dismessi dal pubblico e dal privato, esperienze che stanno dimostrando di poter durare nel tempo occupandosi di cultura, territori, lavoro, nuove forme di economia e nuove forme di espressione dell’intelligenza collettiva. Crediamo che la produzione artistica vada del tutto ripensata: dobbiamo prenderci questo tempo e questo diritto in modo serio e radicale, occupandoci direttamente di ciò che è nostro. Macao è questo, uno spazio di tutti, che deve diventare un laboratorio attivo in cui sono invitati i lavoratori dell’arte, dello spettacolo, della cultura, della formazione e dell’informazione. Qui artisti, intellettuali, esperiti del diritto, della legge e della costituzione, attivisti, scrittori, film maker, filosofi, economisti, architetti e urbanisti, abitanti del quartiere e della città, devono prendersi il tempo necessario per costruire una dimensione sociale, comune e cooperante.
Macao, Comunicato stampa, 5 maggio 2012
Piazza Macao Milano, Maggio 2012.
Com’è risaputo nessun sistema politico, dicesi STATO in questo caso, connivente con il potere mafioso e finanziario, accetta di soggiacere al pur minimo confronto. La reazione è la stessa di Genova 2001: “Riportare ordine e controllo nella città”. Molti, però, all’interno del panorama politico, sociale e culturale italiano hanno capito la portata di Macao e hanno appoggiato la nostra lotta. Continuiamo a credere in un confronto sereno, pacifico e onesto, senza farciture di ricatti, ricorso alla forza e imposizioni in nome di un catalogo di comportamenti ormai datato.
Macao Palazzo Citterio Milano, Maggio 2012.
Macao rende evidente che la categoria classica del lavoro si dimostra insufficiente a rendere conto della produzione nel campo della cultura. Dentro quest’attività, diviene sempre più difficile distinguere il tempo del lavoro dal tempo libero. La funzione imprenditoriale cattura in tempo reale il prodotto della cooperazione sociale, permettendo così di allargare enormemente il mercato del lavoro e sottrarre allo stesso tempo forza di contrattazione ai lavoratori. In questa ambiguità, il lavoro cognitivo acquista potenza produttiva, ma perde potenza esistenziale, capacità di autonomia e di vita felice.
Macao, comunicato stampa 16 giugno 2012.
[…]Tre mesi dopo Macao ha finalmente trovato una dimensione fisica, un luogo, Ex Borsa delle Carni in via Molise 68 a Milano e continua a sviluppare il processo di coinvolgimento delle forze sane nella città per mettere in discussione anche a livello legislativo, le norme che regolano la partecipazione della cittadinanza attiva. Prerogative assenti e osteggiate ma che se costruite e difese, possono determinare un nuovo modo di fare politica, di intervenire nella cosa pubblica e di denunciare la dittatura politico/mafiosa che con l’appoggio delle truppe mass-mediatiche, continua a sottrarre spazi, lavoro e anima al popolo dei lavoratori e delle fasce più deboli.
Macao via Molise 68, Milano, Summer Camp, estate 2012.
Macao al FACK
[…] Macao non vuole continuare a sostenere un meccanismo che trasforma il desiderio di migliaia di lavoratori della cultura e dell’arte, di costruire “futuro” attraverso “forme” di lavoro e reddito, autonomi e indipendenti, in un sistema di sfruttamento e sottomissione. Il precariato cognitivo assume oggi, in matrice post-fordista, le fattezze dell’inesistenza, della sparizione e dello sfruttamento simili a quanto avveniva in fabbrica nel secolo scorso. Ci troviamo di fronte a un mondo in cui l’economia invece di essere una prestazione di servizi reciproci sta diventando sempre più un sistema di controlli reciproci. Eric Hobsbawm.
Urge interrogarsi all’interno di grosse aree di lavoro legate alla cultura (arti visive, teatro, cinema, etc.), sul senso di questa continua sottrazione. Macao pensa anche attraverso dialogo paritetico con le istituzioni di costruire “riappropriazione” di spazi di libertà e operatività che sono alla base della dignità dell’uomo prima ancora che del lavoratore.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini, il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 4 della La Costituzione della Repubblica Italiana.
Secondo Macao non ha senso in questo momento storico, continuare a insistere su elementi estetici rappresentativi che rafforzano un sistema esclusivista proprio sfruttando i bisogni evidenti, le contraddizioni e le criticità di “popolazioni e territori”. Necessita al contrario, la strutturazione di elementi in grado di produrre mutamenti, trasformazioni coscienti e condivise, capaci in sintesi di creare modi inclusivi e comuni. La nostra proposta è un invito alla cittadinanza attiva di Cesena alla partecipazione, attraverso una serie di “assemblee” costruite intorno al tema del lavoro culturale. La condizione di precariato cognitivo che allarga lo spettro anche ad altre figure professionali, non è compressa solo nei grandi centri metropolitani o di produzione culturale ma appartiene a tutto il tessuto nazionale ed europeo. Da qualche tempo la voglia di partecipare e confrontarsi sulla condizione politica soggettiva e partecipativa in questo paese sta prepotentemente “ritornando” proprio partendo dalle categorie suddette, ma occorre che questa “pressione” trovi sponda nel tessuto sociale, nell’ascolto dell’altro, nel sentire “vicine” tematiche altrimenti gestite come secondarie, da una classe politica autoreferenziale e passiva. L’invito, rivolto a tutti i cittadini cesenati di ”donare” una sedia, è chiaramente un primo passo verso la realizzazione di uno spazio comune, obliquo e accogliente che permetta ai giovani, ai lavoratori e alle persone più deboli di creare un luogo di riflessione, un posto dove ritrovarsi. Le sedie “donate” dopo gli incontri serviranno a posare la prima pietra per un’idea partecipata e aperta a problematiche sommerse ma reali. L’impegno di Macao sarà di contribuire, insieme a chi è interessato a questo processo di costruzione dal basso, a un laboratorio di pensiero e di azione che possa portare all’apertura a Cesena, di una nuova postazione di libertà e di sviluppo delle pratiche artistiche e culturali partecipate.
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