Monday, 30 July 2012

PROGRAMMA / F.A.C.K. > Festival di Arte e Cultura Kontemporanea



PROGRAMMA - 14 agosto / 3 settembre 2012

Inaugurazione 14 agosto, h 19
Galleria Ex Pescheria - Via Pescheria 23 
Cesena (FC)

F.A.C.K. è realizzato dagli artisti, teorici, operatori e tecnici partecipanti

per approfondimenti e team 
FACKfestival.blogspot.com - f.a.c.k.festival@gmail.com
ingresso libero


14 martedì
• Mostra: Fabrizio Zanuccoli, Giorgia Severi, Mariano Marini, Olivia Marani, Roberta Baldaro, Rudy Mazzoni, Svetlana Milić, Veronica Azzinari. Vernissage h 19. 14 ago/3 set, h 19/22*.

15 mercoledì
• MOSTRA e PROIEZIONI VIDEOARTE, h 19/22.

16 giovedì
• MOSTRA e PROIEZIONI VIDEOARTE, h 19/22.

17 venerdì
• Film NO UTOPIA di Edis Livnjak e Luca Gambi. Prod. Ponte Radio (30’). Introduce Luca Gambi, h 21.
+ W(t)OMB - video di Con.Tatto. Introducono Davide Mastrangelo e Francesca Leoni, h 22.

18 sabato
• NO UTOPIA di Edis Livnjak e Luca Gambi, h 21.

+ W(t)OMB - video di Con.Tatto, h 22.

19 domenica
• Laboratorio** DARE VOCE condotto da NicoNote, h 10/14.
• Videoclip ALPHABE DREAM di NicoNote, diretto da Leonardo Casali, montaggio Davide Montecchi, prod. Red.Lightransmission e NicoNote Dream Action, supporto Leonardo Monti (5’), h 20.30.
• Video PFS #1, coreografia e video Paola Bianchi, con Valentina Buldrini, musica Fabio Barovero, PianoBmovie (3’). Introduce Paola Bianchi, h 21.
• Video STREAMLINE>Intervista e Frammenti, a cura di Mexa Solution – Sogno TV - Luca Zavaglia e Mirko Giletto Lazzato, con filmati di Branko Popović, Orfeas Skuntelis e Gregor Kamnikar, videointervista a Nhandan Chirco (50’), h 22. Segue proiezione foto di Roberta Baldaro, Marusa Bertoncelj, Alessio Cavallucci, Marko Ercegović e Leda Sacchetti.

20 lunedì
• Laboratorio** DARE VOCE condotto da NicoNote, h 10/14.
• Tavola rotonda pubblica FOCUS su arte e cultura contemporanea con F.A.C.K., intervento skype di Teatro Valle Occupato e Cinema Palazzo. Presso Il Laboratorio dell’Imperfetto, via Viole 128, Gambettola (FC), h 18. CHIUSURA GALLERIA EX-PESCHERIA

21 martedì
• Laboratorio** DARE VOCE condotto da NicoNote, h 10/14.
• Video STREAMLINE>Intervista e Frammenti, a cura di Mexa Solution - Sogno TV, h 20.30. Segue proiezione foto.
• Videoclip ALPHABE DREAM, NicoNote, h 21.30.
• Video PFS #1, Paola Bianchi, h 22.

22 mercoledì
• Laboratorio** IMPROVVISAZIONE NON IDIOMATICA, Seijiro Murayama, h 10/16.
• Video PFS #1, Paola Bianchi, h 20.30.
• Videoclip ALPHABE DREAM, NicoNote, h 21.
• Video STREAMLINE>Intervista e Frammenti, a cura di Mexa Solution - Sogno TV, h 20.30. Segue proiezione foto.

23 giovedì
• Laboratorio** IMPROVVISAZIONE NON IDIOMATICA, Seijiro Murayama, h 10/16.
• MOSTRA e PROIEZIONI VIDEOARTE, h 19/22.

24 venerdì
• Laboratorio** IMPROVVISAZIONE NON IDIOMATICA, Seijiro Murayama, h 10/16.
• Videoclip ALPHABE DREAM, NicoNote, h 20.30.
• Video PFS #1, Paola Bianchi, h 21.
• Video STREAMLINE>Intervista e Frammenti, a cura di Mexa Solution - Sogno TV, h 20.30. Segue proiezione foto.

25 sabato
• Laboratorio** IMPROVVISAZIONE NON IDIOMATICA, Seijiro Murayama, h 15/20. PERFORMANCE con i partecipanti al laboratorio, h 21.

26 domenica
• Performance TONIGHT IT’S ELECTRIC di La Pesatura dei Punti. Regia: Carlotta Pircher, Debora Pradarelli, Ruggero Trast. Attori: Carlotta Pircher e Debora Pradarelli. Scenografie: Ludovica Bellotti + La Pesatura dei Punti. Suono: Bob Meanza + Action Dead Mouse. Luci e tecnica: Stefano D’Arcangelo. Foto di scena: Valeria Nobilini, h 21.30.

27 lunedì
• MOSTRA e PROIEZIONI VIDEOARTE, h 19/22.

28 martedì
• Performance WHEN I GROW UP, I’LL BE A PERFORMANCE, idea di Tomaž Grom e Špela Trošt. Testo di Špela Trošt. Performers: Devi Bragalini-musica, Aria Bragalini–danza, Enej Grom–scrittura amplificata, Nuka Grom–pittura amplificata (15’). Prod. Zavod Sploh-Slovenia, h 21.00.
• Concerto TOMAŽ GROM/SOLO, contrabbasso e elettronica (35’). Prod. Zavod Sploh-Slovenia, h 21.30.

29 mercoledì
• Concerti SAMO KUTIN, ANA KRAVANJA, TOMAŽ GROM-DUO/TRIO, Samo Kutin: hurdy-gurdy, Ana Kravanja: violino, Tomaž Grom: contrabbasso (35’). Prod. Zavod Sploh–Slovenia, h 21.30.

30 giovedì
• Video STRACCI DELLA MEMORIA-Trilogia, ideazione e performer Anna Dora Dorno, video di Salvatore Lauranzana, prod. Instabili vaganti. Introducono Annadora Dorno e Nicola Pianzola, h 20.30.
• INTERVENTO TEORICO di Patrizia Becchetti, h 21.30.

31 venerdì
• Incontro pubblico SEDUTA ANDANTE–MACAO a F.A.C.K., h 19. si chiede gentilmente di munirsi di sedia propria

1 sabato
• Concerto TOMORROW AND OTHER ROOTS di Alberto Fiori, h 21.30.

2 domenica
• Performance STREAMLINE/Hidden Session #9, creazione live di Nhandan Chirco, Alberto Fiori, Branko Popović, h 21. A seguire Video PFS #1, Paola Bianchi.

3 lunedì
• Performance/intervento A VERY LITTLE ACTION. UN ATTO DI PENSIERO IN AUTOFICTION di e con Silvia Mei, in collaborazione con Adriano Razzi, h 20.30.
• MOSTRA finissage, h 21.30.

per info e aggiornamenti consultare il blog FACKfestival.blogspot.com

* MOSTRA e PROIEZIONI VIDEOARTE visibili tutti i giorni (h 19/22), tranne il 20 agosto e quando alcuni eventi lo richiedono, info: 338 1889040 e 349 8144215.


**LABORATORI - per informzioni e iscrizioni: yanvii@hotmail.it, (0039) 338 1889040

focus > qual'è la corrente a cui si va contro?


se come credo in realtà, la corrente di cui si parla non è fuori di noi ma in noi stessi,  forse retaggio di vecchie paure che oggi più che mai tornano attuali,  a quale parte di noi stessi andiamo contro? e per quale motivo? per cambiare? per creare un vuoto? e cosa ce ne facciamo di questo vuoto?? forse può aiutare a conoscere l’altro da noi? spesso ho parlato e sentito parlare di spazi aperti ma nella realtà questo non avviene mai, vuoi per la tempistica, vuoi per questioni ‘politiche’ o di ‘riconoscimento’ che serve per consolidare la propria identità con chi ci riconosciamo o  dai quali vorremmo essere riconosciuti.  smetterei di parlarne e invece inizierei a parlare di spazio Reale. imparare a lasciare veramente spazio allo ‘sconosciuto’ non è cosa facile e ancora di più al conosciuto non riconosciuto, un po' perché questo ci trasforma in esseri indifesi e vulnerabili senza punti di riferimento. e se fossimo vulnerabili tutti insieme,  cosa accadrebbe?? sarebbe una novità se approcciandoci al festival provassimo tutti a ‘spogliarci’ della nostra parte d’identità che consideriamo in ‘corrente’ e che in realtà l’opera fosse proprio quella,  chissà che invece di essere controcorrente non ci troviamo tutti in una nuova Korrente.  vorrei ringraziare , come spettatrice  chi in questa edizione si è preso la responsabilità di esporsi attraverso il proprio lavoro e accolgo l’offerta del baratto.

Leda Sacchetti

Friday, 27 July 2012

FOCUS> ANDARE OLTRE


FOCUS> ANDARE OLTRE

Riassumo in seguito una serie di idee personali e punti di riflessione discussi con diversi amici/artisti. Le osservazioni sono focalizzate sul nostro ambiente specifico, quello delle arti performative contemporanee, ma probabilmente in parte valide anche per sistemi di altre discipline. (Sarebbe interessante sapere da parte di artisti visivi come si articolano queste tematiche nel loro campo.) Come artisti e operatori nel campo delle arti performative contemporanee avvertiamo l’esigenza di un’alternativa a meccanismi involutivi e a contesti che - nati come innovativi e d’avanguardia - si sono gradualmente istituzionalizzati e amministrano attualmente quest’ambito artistico basandosi su una routine tesa in primis a confemare se stessa e un circuito consolidato, secondo un approccio burocratico, nelle modalita’ organizzative e - di conseguenza - nei contenuti. 

PROBLEMI DEL CIRCUITO DEL CONTEMPORANEO

-        CHIUSURA COME STRATEGIA DI AUTOCONSERVAZIONE

Si riscontra spesso da parte di diversi festival e operatori affermati una forma di chiusura e un elitarismo che appaiono piu’ come un’ insicurezza piuttosto che  come qualcosa che si motiva realmente nelle scelte artistiche e culturali e nella qualita’ e coerenza estetica dei lavori proposti. Si osserva la tendenza a ripiegarsi su procedure che garantiscano il piu’ possibile il controllo del contesto, avendo come presupposto operativo il rifiuto di incontri e aperture verso proposte che vengano dall'esterno del proprio entourage; probabilmente per la paura che possano modificarne gli assetti, mettere in discussione le scelte di routine e il sistema che ne e’ alla base, il mantenimento dei ruoli al suo interno, i criteri e le gerarchie stabilite. E’ un’ attitudine conservatrice, a discapito del compito di sviluppo culturale e artistico a cui dovrebbero attendere. Si tratta dell’elitarismo di chi vuole proteggere una famiglia e avvertendo la fragilita’ dei propri contenuti si sente in costante pericolo. Mi riferisco al circuito degli operatori, dei critici, delle compagnie affermate, dei concorsi e dei festival consolidati nell’ambito del contemporaneo -che organizzano e gestiscono le possibilita’ per i giovani artisti - e ai teatri e agli spazi che circuitano quasi esclusivamente le scelte e i prodotti a cui questo sistema ha gia’ apposto un timbro secondo iter consolidati al suo interno e declinati in modo localistico. Ne risulta una gestione a circuito chiuso che ha nella propria chiusura la garanzia di sussistenza.

-        SOSTEGNO E/O PATERNALISMO?

Diverse realta’ tese a promuovere i giovani artisti ricevono sovvenzioni per operare in questo senso e traggono sostentamento da questa attivita’ di selezione e promozione degli artisti delle generazioni piu’ giovani - a volte addirittura ne dipendono. In diversi casi la promozione e circuitazione dei giovani artisti diventa una attivita’ che serve fortemente a chi li promuove, sia con diretti risvolti economici o anche solo per stabilire e mantenere una sorta di monopolio della propria lobby, estendendolo e trasmettendola anche al livello delle generazioni successive. Paradossalmente diventa di fondamentale interesse che siano esattamente i giovani artisti scelti in queste sedi a essere circuitati nei festival, e non altri, altrimenti questi concorsi e questi centri-vivaio per le nuove generazioni del contemporaneo perderebbero insieme a questa sorta di monopolio, il loro senso di esistere e in certi casi anche quello di essere finanziati. Mentre per i giovani artisti la relazione con determinati centri-concorsi-operatori, il fatto di dover entrare in un determinato circuito, accettandone i criteri, le gerarchie e i vari dictat espliciti o o impliciti, si impone come una scelta obbligata, al di fuori della quale diventano inaccessibili la visibilita’ e i mezzi di produzione.  

-        MANCANZA DI DECISIONALITA’ INDIPENDENTE

In questo senso si afferma il critierio di connivenza come base dell’operato delle direzioni artistiche. I direttori dei festival possono contare sull’appoggio del proprio ambiente nella misura in cui ne seguono le coordinate e ne confermano le aspettative, possono essere certi di fare la scelta giusta nel momento in cui propongono artisti gia’ inglobati nel circuito o selezionati e autorizzati dalla rete dei concorsi, indipendentemente dalla qualita’ dei lavori. Al di fuori di questa rete di rapporti si crea automaticamente, e si vuole mantenere, un gap: gap generazionale che esclude chi non appartiene ne’ alla categoria compagnie o operatori affermati ne’ a quella dei giovani artisti, ma a una fascia mediana; gap di finanziamenti che vengono assorbiti da questo circuito istituzionalizzato; di conseguenza gap di visibilita’ e fondi per gli elementi che non vengano metabolizzati da questo circuito.

-        AUTOREFERENZIALITA’ E DINAMICHE CONSERVATRICI 

La comunicazione con il pubblico e in generale il rapporto con chi non e’ un esponente del circuito sono messi assolutamente in secondo piano, il problema della mancanza di spettatori e di interesse dall’esterno vengono liquidati con l'osservazione che il contemporaneo e’ di per se’ un ambito elitario e riservato a pochi, sottolineando la necessita’ di difendere spazi liberi e non soggiogati dalla legge del mercato e della quantita’. Ma se questo discorso puo’ svolge bene la funzione di alibi, d’altra parte i sintomi di incomunicabilita’ possono essere letti come la necessaria conseguenza di un sistema che, concentrandosi esclusivamente su se stesso e sul proprio mantenimento, ha perso di vista la sua finalita’ e il rapporto con l’esterno. Ne consegue una debolezza costituzionale del sistema, che a sua volta lo spinge ad essere conservatore - in quanto impegnato nella propria salvaguardia. Appare come un sistema autoreferenziale che vuole mantenere il proprio privilegio o almeno il proprio sistema di sussistenza, di finanziamenti, che compensa la propria debolezza facendo muro contro ogni elemento esterno e occupandosi costantemente di consolidare la posizione dei propri esponenti. Si tratta di un meccanismo che in generale si verifica per tutti i sistemi che si cristallizzano, tipico della (mal)politica nazionale e internazionale, ma particolarmente inappropriato quando si ripropone nell’ambito della cultura e dell’arte contemporanea, caratterizzate dall’essere potenzialmente portatrici di valori innovativi, critici e dinamici.

ATTUALIZZARE L’ALTERNATIVA

In risposta e in sincronia con fenomeni che in modi diversi stanno proponendo una reazione e cercando modalita’ alternative quali MACAO, Teatro Valle Occupato, Teatro Garibaldi Aperto, Cinema Palazzo e altri, si sente l’esigenza di un nuovo spazio di presentazione e produzione di arte e cultura che sia realmente innovativo, attuale, aperto a un circuito fluido, non cristallizzato e multiforme, che nasca come prodotto e contenitore di movimenti in ambito artistico e culturale, gestito dagli artisti stessi, dai teorici e da chi espone i propri contenuti, consapevolemente anti-burocratico.

-        LEGITTIMARE IL CONTATTO DIRETTO COME VALORE E COME PROCESSO FONDAMENTALE NELLA PRODUZIONE DI ARTE E CULTURA

Pensiamo siano da riconoscere e rendere espliciti come principi positivi alla base dei processi di collaborazione e di produzione: la sinergia basata sui rapporti personali, sul contatto diretto e le affinita' attivate dall'esperienza artistica, l’auto-selezione e la scelta reciproca, le esperienze condivise, sostendoli come valori leggittimi su cui basarsi in modo dichiarato. Contatto diretto e sinergia sono da rivendicare come terreno e materia con cui si alimenta la cultura, base dei criteri operativi, essenziali per renderla possibile, per alimentarne uno sviluppo non sterile, non sclerotizzato, non basato sul calcolo e meccanismi finanziari tipici della mentalita' capitalista. Penso sia necessario andare contro la generale tendenza a  nascondere e mistificare il fattore umano e personale per avanzare criteri che possano vantarsi di ufficialita’ e neutralita’ - che vengono poi  puntualmente traditi nella realta’ operativa. Si ritiene indispensabile svalutare il fattore personale e giustificare scelte e operato in base a principi astratti e sovrapersonali, politicamente corretti ma solitamente ipocriti e/o inefficaci. Da questo assunto deriva la cattiva abitudine di istituire commissioni che garantiscano una facciata di imparzialita’, ma che poi solitamente operano in base ai criteri di lobby e di autoconsolidamento, diventando anzi i primi responsabili della tendenziosita’ delle scelte. Mi orienterei quindi verso una operativita’ che rifugga il piu’ possibile dall’istituzione di commissioni, direttivi, etc., che - paradossalmente sotto termini spesso derivati dai movimenti degli anni ’70 - nascondono spesso il configurarsi nell’ambito specifico di una sorta di “classe politica” intesa nella peggiore delle accezioni del termine, la quale partendo dall’idea di fare da intermediario, tende poi inevitabilmente a rappresentare se stessa e i propri interessi, diventando sempre piu’ ingombrante.  

-        RESTRINGERE L’IMPORTANZA DI INTERMEDIAZIONE E RAPPRESENTANZA E LA GESTIONE DEI FONDI PUBBLICI DA PARTE DELLA CATEGORIA DEGLI INTERMEDIARI

Si pone l’esigenza di un cantiere per iniziare il confronto e lo sviluppo di nuove modalita’, che corrispondano ad esigenze e dinamiche attuali. Le probelmatiche della rappresentanza e della gestione delle risorse pubbliche sono al centro di una riflessione molto attuale e interessante, per esempio nell’ambito del Partito Pirata - attraverso l’elaborazione di software creati in funzione di un processo decisionale aperto, sviluppato in open-source, condiviso in ogni suo passaggio riducendo al massimo la funzione delle deleghe. Fondamentale per esempio il concetto di reddito di esistenza proposto in vari contesti - vedi BIN / www.bin-italia.org. Il reddito di esistenza corrisponde all’idea di distribuire ad ogni cittadino quel minimo di reddito che garantisce la sussitenza, indispensabile perche’ siano garantiti anche la dignita’ e i diritti umani elementari. Dal punto di vista economico si calcola sia fattibile, portando un risparmio rispetto agli attuali investimenti tesi a risolvere la crisi del lavoro. Si valuta che per la maggioranza le persone utilizzeranno naturalmente questa condizione di sicurezza per aumentare le proprie facolta’ intellettuali e/o pratiche, portando a un maggiore sviluppo sociale. Quest'idea scardina alla base il ricatto sociale su cui si fonda attualmente l’esistenza materiale, proponendo un assetto del tutto nuovo.

-        RIFONDARE IL RAPPORTO TRA ARTISTA – INTERMEDIARIO - SPETTATORE –  DANDO CREDITO ALLA RESPONSABILITA’ PERSONALE DELL’ARTISTA E DELLO SPETTATORE

Riportando questo concetto al nostro ambito specifico, si potrebbe concepire un analogo diritto di esistenza artistica. Si tratta di ideare un sistema radicalmente diverso di distribuzione dei fondi pubblici per garantire la visibilita’ ad ogni artista che si ritenga parte del contemporaneo e che si valuti pronto a mostrare il proprio lavoro, assumendone direttamente la responsabilita’ nei confronti degli spettatori. Osservo che gli artisti esercitano gia’ nella maggior parte dei casi una grande attenzione nel valutare il proprio lavoro, il momento adatto a presentarlo e i contesti in cui inserirsi. Come anche lo spettatore seleziona con attenzione quello che andra’ a vedere. Raramente accade che qualcuno desideri inserirsi in contesti totalmente inadeguati. Si mette in questione la figura dell’intermediario nell'accezione di elemento indispensabile; della necessita'  che qualcuno oltre all’artista stesso si assuma la responsabilta’ di presentare un lavoro, di farsene garante, di indirizzare il pubblico verso un’opera piuttosto che un’altra, elargendo o negando la visibilita’ e gestendo le risorse destinate a questo fine. Noto in proposito che in un pubblico di pochi spettatori si trova sempre qualcuno entusiasta di un lavoro che a un altro non piace per niente, e viceversa. L'establishment ha il difetto di operare un’omologazione del gusto – di indicare una posizione generale rispetto a un lavoro, a un artista o a un’estetica, a cui poi automaticamente si aderisce per connivenza e per convenzione. Si pone il diritto elementare alla visibilita’ per ogni artista che si ritenga pronto a esporsi e confrontarsi con l'audience, responsabile in prima persona del lavoro che presenta al pubblico, da cui avra’ il necessario e diretto riscontro; e l’analogo diritto dello spettatore a selezionare direttamente in un’offerta eterogenea le proposte che trova interessanti, reagendo in base al proprio specifico interesse e non hai dictat di un’ambiente. Questo non nega affatto la possibilita’ di operazioni di direzione artistica, ma attuate in modalita’ e ambiti che non risultino ingombranti, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle risorse pubbliche, e che non interferiscano con questi diritti. Riguardo al sistema di distribuzione delle risorse e dei fondi pubblici si potrebbe pensare a una ripartizione a persona che vada direttamente dalla fonte agli artisti, ai teorici, eliminando la piramide gerarchica che vede in cima le commissioni e le direzioni artistiche con pochi artisti affermati, assottigliando sempre di piu’ i contributi nella discesa verso la base, fino ad arrivare ai numerosi artisti e teorici che vengono spesso coinvolti a gratis in attivita’ e festival per i quali i direttori artistici percepiscono un compenso. Con il paradosso che a volte sono soprattutto gli artisti che lavorano senza compenso (o quasi) a costituire il corpus maggiore della forza lavoro e della vitalita’ dell'iniziativa.

-        N.B. DI SOLITO IL PADRONE DI CASA OFFRE LA CENA (O ALMENO DA BERE)

In proposito osservo che in caso di ristrettezze dovrebbe piuttosto essere la direzione artistica, nel ruolo di “padrone di casa” quale attualmente riveste - ospite e soggetto che coinvolge altri in un’attivita’ da lui concepita, di cui amministra le risorse e che si accredita –  a usare i fondi per offrire la cena agli ospiti che ha invitato, ed eventualmente a rinunciare alla propria parte in loro favore se nonostante la mancanza di risorse adeguate decida di realizzarla ad ogni costo. Contrariamente a quanto accade di frequente: il direttore e i membri del direttivo artistico percepiscono un compenso adeguato, condividendo i fondi pubblici con pochi artisti eletti per rigorosi motivi estetici o per routine e per doveri lobbistici (allora i principi estetici vengono improvvisamente flessi alle piu’ acrobatiche torsioni per sostenere ad oltranza la coerenza delle scelte fatte), lasciando che gli altri artisti e teorici lavorino gratuitamente, o quasi, in una sorta di benevolo sfruttamento.

-        INNOVAZIONI DRASTICHE – DAL PROPRIO AMBITO FINO AL SISTEMA DI DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE PUBBLICHE

In questo senso metto fortemente in dubbio la necessita’ e l’operato standard di varie direzioni artistiche che, pure non avendo dimostrato di produrre risultati efficaci nella intermediazione tra risorse, artisti e spettatori (dato che molti contesti languiscono e la crisi e’ manifesta), continuano a intercettare e assorbire i fondi pubblici per farne un uso involutivo nel panorama del contemporaneo. Sarebbe utile quindi un'innovazione drastica del sistema delle sovvenzioni pubbliche che elimini queste disfunzioni, garantendo una distribuzione equa, consentendo agli artisti un accesso diffuso alle condizioni e alla visibilita’ necessarie, non soggetta a criteri nebulosi e aleatori. Credo d’altra parte che i processi innovativi debbano essere attivati in primis da chi li sostiene a partire dal proprio ambito di azione, mettendo in discussione alcune dinamiche in quello che gestisce egli stesso, non solo come rivendicazione rivolta ad altri - a quelli che hanno lotti maggiori - ma ignorata nel proprio agire. Questa tendenza a citicare chi si trova un gradino piu’ in alto, senza pero’ sentire l’esigenza di processi alternativi in quello che si amministra direttamente, rende poco credibile la critica, gli conferisce piuttosto il carattere di lamentela, premette soltanto a una turnazione di chi riveste i ruoli, non un cambiamento sostanziale delle dinamiche. 
Serve il coraggio necessario a rompere la routine (di pensiero e azione) e ad aprire le porte, andando oltre ai timori di invasioni fisiche o estetiche che subito si associano a quest'idea e che appaiono essere in realta’ pericoli meno reali di quanto si tenda a supporre –  comunque rischi da correre e da accettare per un processo che puo’ essere assolutamente vantaggioso in senso artistico. Ne risultera’ probabilmente una rivitalizzazione dell’offerta e del campo del contemporaneo e un maggiore interesse e coinvolgimento di artisti, spettatori e pubblico, rispetto alla contrazione attuale. Si spera che il contemporaneo possa diventare realmente uno spazio di contro-cultura, innovativo, aperto, non burocratico, non gerarchizzato e potenzialmente sovversivo riguardo a tutti i criteri e le procedure sopra citate. Si rendono necessari contesti e processi nuovi che volontariamente ignorino le gerarchie e i parametri di valore stabiliti.

Nhandan Chirco  

Monday, 16 July 2012

FOCUS > CULTURA GRATUITA

cultura gratuita?
sì, sicuramente dovrebbe essere così. la cultura nutre la mente, il cuore e il corpo – essendo noi un pezzo unico – al pari del cibo, dell'istruzione, dell'assistenza sanitaria dovrebbe quindi essere garantita a ogni essere umano.
se avessimo tutti un minimo garantito mi sentirei di sostenere la gratuità della cultura come punto fondante.
il punto è che in un mondo basato sull'economia (finanziaria, neanche reale) prestare a titolo gratuito la propria opera comporta sottovalutazione dell'opera stessa e per certi versi lo ritengo un messaggio sbagliato. la cultura costa. costa fatica e denaro. perché regalarla? perché il parrucchiere, il panettiere, l'idraulico, il muratore non prestano la loro opera gratuitamente? non è lavoro anche il nostro? o per qualcuno è un passatempo necessario? tutti ricchi di famiglia?
dal mio punto di vista, offrire al pubblico la possibilità di accedere gratuitamente agli eventi di un festival che si svolge in spazi concessi dal comune della città, non è una provocazione. il messaggio che arriva alla cittadinanza può essere frainteso e trasformarsi in un boomerang nei nostri confronti (le istituzioni concederanno sempre più spazi e meno contributi).
propongo quindi una forma di baratto.
noi offriamo la nostra opera, lo spettatore offra la propria oppure partecipi portando beni di prima necessità: cibo, vino, olio, benzina… anche noi mangiamo, beviamo e per raggiungere i luoghi del festival usiamo l'automobile.
paola bianchi

Monday, 9 July 2012

F.A.C.K. / REALIZZAZIONE A CURA DI (in progress...)


F.A.C.K. >  Festival di Arte e Cultura Kontemporanea 

dal 14 agosto al 3 settembre 2012 / Cesena - Galleria Ex-Pescheria  

Roberta Baldaro si occupa di fotografia, video e poesia. Vive e lavora tra Cesena e Catania. Tra le mostre del 2011 “Biennale di Venezia - Padiglione Accademia”, Venezia, “I sensi del Mediterraneo”, Milano e Tel Aviv, “Reload”, Roma. Le recenti esposizioni estere sono “Festival Kinotavr” di Mosca (2011), al “VII Foto Vernisazh Photoside” (2010) di San Pietroburgo e “Fama/fame” (2009) a Berna. Del 2010 sono le mostre “Video.it” alla Fondazione Merz, Torino e Fabbrica del Vapore, Milano, “The Waiting Room” a cura della Fondazione March e “Digitalia”, con workshop di Paolo Rosa, entrambe a Padova. Nel 2009 è selezionata per “Gemine Muse”, Catania. Del 2008 la selezione al “Festival Internazionale del Videoracconto” alla Fondazione Pistoletto, Biella. Nel 2007 ottiene la menzione speciale a “Milano in digitale” e segue il workshop “ISIDEM” con Artur Zmijewski, presso la galleria Civica Montevergini di Siracusa. Nel 2004 la personale “Anancasmo”, a cura di Vitaldo Conte e Fabrizio Nicosia, presso la galleria Artecontemporanea, Catania e nel 2001 il workshop “La Dimora dello Sguardo”, con Mimmo Jodice e Antonio Biasiucci, Catania.

Paola Bianchi - Danzatrice e coreografa indipendente. La ricerca sull’espressività del gesto, sulla potenza comunicativa dell’azione teatrale coreografata, la porta a collaborare con numerosi musicisti, artisti visivi, videoartistiregisti cinematografici e teatrali, e nel 2001 inizia una collaborazione con Ivan Fantini - cuoco e pensatore severo degli ingredienti, critico geopolitico della cucina. Con i suoi lavori Paola Bianchi partecipa ai festival internazionali più significativi per il teatro e la danza di ricerca. Ha inoltre creato alcuni video presentati in molti festival dedicati alla videodanza. Nell'intento di promuovere la diffusione della danza e del teatro contemporaneo Paola Bianchi ha curato negli anni la direzione artistica di alcune rassegne e festival e numerosi laboratori di ricerca. Nel 2009 costituisce il [collettivo] c_a_pwww.paolabianchi.com

Patrizia Becchetti – nata a Perugia nel ’74. Nel 2003 si laurea presso l’Università degli Studi di Perugia, tesi in antropologia del teatro e dello spettacolo dal titolo: “Lo spettacolo invisibile. Indagine sugli spettatori di Action, performance del Workcenter of J. Grotowski and T. Richards ed esito della ricerca sull’Arte come Veicolo”. Viaggia negli Stati Uniti e collabora come assistente linguistica con il Dipartimento di Lingua Italiana dell’Università “Bennington College” in Vermont. Nel 2011 consegue il titolo di Dottore di Ricerca in antropologia ed etnologia con la ricerca: “Antropologia del Performer. Percorsi e pratiche dell’arte come veicolo al Workcenter of J. Grotowski and Thomas Richards”, direttori di tesi Prof.  P. Giacchè e Prof. M. Houseman. Svolge attività di ricerca etnografica nel progetto Rediscovering concepts ideato dalla compagnia di danza contemporanea Deja Donne, con la partecipazione della compagnia slovena En-Knap. Attualmente collabora alla redazione e traduzione del libro che raccoglie i contributi dei partecipanti al progetto. Collabora come tutor presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia, corso di Antropologia del Teatro e dello Spettacolo e Fondamenti di Antropologia.

Nhandan Chirco è una artista performativa, autrice di performance di danza contemporanea e intermediali, vive e lavora tra l’Italia e la Ex-Yugoslavia. Si forma a Milano con Claudio Raimondo, Danio Manfredini e Valdoca. Nel ’94-’98 è nel team del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards. Dal ‘98 collabora con il regista/attore Branko Popovic, poi con i registi Tomi Janezic e Zlatko Sviben; studia danza butoh con Min Tanaka e Carlotta Ikeda e danza contemporanea in collaborazioni professionali con EN-KNAP - Ljubljana, Maja Delak, Mala Kline, altri. Ha collaborato con musicisti di musica sperimentale e elettronica. E’ stata docente del corso Body - Voice Work nel programma post-laurea Body Unlimited - Universita’ di Novi Sad, e nel ’04-’07 di Body Work all’Universita’ di Osijek. Nel quadro del progetto Streamline ha creato nel 2009/10 le performances creazioni live: Quanta, More, Queens e nel 2011/12 Hidden Sessions (da #00 a #8). Le sue creazioni sono state presentate in numerosi festival e istituzioni in Italia, Slovenia, Croazia e Serbia. E’ laureata al DAMS. streamlineproject.blogspot.com

Anna Dora Dorno - Regista, attrice, performer, pedagoga teatrale, ha ideato e diretto i progetti internazionali di ricerca teatrale Rags of memory e LENZ, conducendo sessioni di lavoro in differenti paesi con attori di varie nazionalità. Ha vinto il Premio speciale della giuria al VI° International Festival Zdarzenia in Polonia per la regia dello spettacolo Avan-Lulu. Fondata da Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola, la compagnia Instabili Vaganti porta avanti una ricerca sull’arte dell’attore e sulla sperimentazione e formazione nelle arti performative. Instabili Vaganti ha diretto perfromance, coproduzioni, workshop e progetti internazionali, collaborando con importanti Università, centri di ricerca e festival tra cui: Grotowski Institute di Wroclaw, Bauhaus Foundation di Dessau, Old Vic Theatre di Londra, University of Kent in Inghilterra, Centro Nacional Des Artes a Città del Messico, International Shakespeare festival in Armenia, Busan Performing Arts festival in Corea del sud. La compagnia dirige a Bologna il LIV Performing Arts Centre, l’International Workshop festival PerformAzioni e il TRENO Fringe Festival.


Federica Falancia - si e’ esibita per Arte Fiera 2012 con il progetto collettivo Hotel Noosphere di cui è co-fondatrice nell’ambito della realizzazione del premio internazionale di arte partecipativa 2011 Aelia Media vinto da Pablo Helguera (Bo 2011/2012) ; per Spazio ‘O Artoteca (Mi 2011) con Live Video Ensemble, un progetto di Claudio Sinatti; per l’OpenDesign 2012 con lo studio Open Quadra di Bologna; Festival The Scientist Videoarte in collaborazione con l’Università di Ferrara a cura di Vitaliano Teti (Fe 2011); Galleria Art Design a cura di Macellerie Pasolini (2011 Bo); Festival Teatri di Vetro (Rm 2011 e 2012); Arte Fiera OFF a cura di Shape e Buscart (2011 Bo); RoBOt Festival a cura di Shape e Buscart (edizioni 2011 e 2010 Bo); Festival Mantica a cura della compagnia Societas Raffaello Sanzio (2009, FC); varie edizioni di perAspera Festival ( 2006-2012 Bo); Flash Art Fair a cura della galleria Orfeo Hotel (2006, Mi); PFF-Potenza Film Festival, a cura di Noeltan Film (2005, Pz); Galleria Zuni, a cura di Silvia Meneghini (2010, Fe); Galleria Fragile-continuo (2010, Bo); Galleria Orfeo Hotel a cura di Elisa Laraia (2004, Bo); Villa Massaioli per Vettor Pisani a cura di Elisa Laraia (2004, Mc); Teatri di Vita (2003, Bo); Teatro San Leonardo (2003, Bo) e in altre svariate occasioni. Nel 2007 ha collaborato col SERT di Saluzzo (CN) elaborando insieme a Rita Deiola una performance che ha indagato alcuni aspetti dell’assunzione di sostanze stupefacenti. Finalista al Festival delle Arti di Bologna nella sezione letteratura (2003) e nella sezione arti visive (2007). Docente di diritto ed economia politica. Nel 2012 fondatrice di OfficineGuerrilla collettivo aperto di visual e sound artists in collaborazione con Enrico Venturini, Andrea Sartori e Alessandro Gulino, insieme ai quali cura e conduce un laboratorio audiovisivo all’interno della rassegna perAspera Estate (Bo). Collabora dal 2010 come illustratrice con la rivista d’arte DADA.
 

Alberto Fiori - pianista, improvvisatore, compositore ed esploratore sonoro è impegnato da diversi anni nella ricerca di nuovi approcci e dinamiche musicali. Vincitore nel 2005 del premio "Iceberg" biennale per giovani artisti, indetta dal comune di Bologna e della borsa di studio come miglior pianista ai seminari estivi di jazz di Sant'Anna Arresi (Cagliari). Nel 2009 è vincitore di un fellowship come “Artist in residence” presso l’Omi International Arts Center (New York) e del progetto Movin’ Up del circuito GAI Giovani Artisti Italiani, per la mobilità internazionale dei giovani artisti. Compone musica per spettacoli teatrali (“Candide” e “No Signal” della compagnia Teatrino Clandestino) e per opere cinematografiche (“Autoritratto” di Francesco Amato, prodotto dalla Scuola Nazionale di Cinema - “Lacrimainchiostro”, di Dario Leone, prodotto dal Comune di Torino – “Le Courbusier in Calabria” di Fabio Badolato e Jonny Costantino per la Baco Productions, An important day, di Daniel Baldotto prodotto dal Zabreb Jewish Film Festival) e ha collaborato con il coreografo belga Benjamin Vandewalle. E cofondatore del quartetto EL e del nuovo progetto Nagel, con il violoncellista Francesco Guerri. Si è esibito in festivals nazionali e internazional, in Europa e negli Stati Uniti. 

Luca GambiRavenna, 1972.Diplomato all'Accademia di Belle Arti di Ravenna frequenta i corsi di Guido Guidi.Collabora con vari artisti fra i quali:Moira Ricci, Istvan Zimmerman, Felix Schramm, Yuri Ancarani e il gruppo Ponte Radio.Dal 1998 è presente in numerose pubblicazioni e mostre collettive fra, Am anderen ort, a cura di K. Dieter Hartel (Leibnitz), No Border a cura di Maria Rita Bentini e Serena Simoni(Ravenna), Empowerment,  a cura di Marco Scotini(Genova), Artinformazione2, a ira di Alessandro Romanini (Massa Carrara), Al di là dello specchio - indagine fotografica sul mondo dell'infanzia, a cura di A. Bernabini (Ravenna 2005), La Vita degli altri - a cura di M.Masotti a S.Palushaj Akademie Der Kunst , Berlino, Eyes on, Monat der Fotografie Wien, T* Sguardo sui confini della identità di genere, a cura di Silvia Loddo. 

Tomaž Grom e’ un contrabbassista e compositore sloveno. Come improvvisatore si dedica all’esplorazione di una serie estesa di tecniche per suonare il contrabbasso, compresa la combinazione con mezzi elettronici. Il suo approccio creativo si distingue per la continua sperimentazione con il proprio potenziale sonoro secondo il principio di spontaneita’. Grom ha collaborato con numerosi ensemble di generi musicali diversi. Recentemente ha collaborato con i musicisti: Seijiro Murayama, Jonas Kocher, Michel Doneda Tao G. Vrhovec Sambolec, Pascal Battus, Zlatko Kaučič, Irena Tomažin, Samo Kutin, Vid Drašler, Neža Naglič, Andrej Fon... Si e’ esibito in festival in Europa e in Canada. Ha composto musica per numerose performance di teatro e danza contemporanea. Due sue performance, Bruto/Gross and Ništrc/Off-cuts, sono parte di Artservis Collection (progetto SCCA – Ljubljana). Dal 2006 e’ impegnato nella concezione e conduzione di workshop di musica elettro-acustica e di improvvisazione musicale Maksimatika/Maximathics, e dal 2009 del laboratorio Research-Reflection (improvvisazione non idiomatica). E’ direttore artistico di Zavod Sploh, associazione dedicata alla produzione di musica e arti performative e alla formazione e pubblicazioni nello stesso ambito.


Ana Kravanja lavora nel campo delle arti visuali, della musica e delle pratiche circensi. Ha collaborato con diversi gruppi musicali, spaziando tra musica popolare  improvvisazione e musica d'autore (Čarangi). Ha collaborato con il percussionista Seijiro Murayamo (Giappone), con il violinista Sami Abadi (Argentina), coi i gruppi Embryo (Germania), La banda del Viejo Mundo (Argentina) e nel progetto circense-musicale La compania dell’Assalto Poetico Ambulante (Francia) in Bolivia. Recentemente si dedica ad una ricerca sul suono sviluppando l'improvvisazione al violino.
Samo Kutin - musicista attivo sulla sulla scena slovena della musica improvvisata, sperimentale, popolare. Suona diversi strumenti tradizionali (hurdy-gurdy, n'goni, sarangi, kalimba) e strumenti realizzati di persona composti da corde, legno, zucche, ferro, vetro e scarti industriali. Ha collaborato nell'organizzazione del festival musicale a Čadrg, collabora con i gruppi musicali Horda Grdih, Salamandra Salamandra; suona come solista sulle strade di Ljubljana. Ha pubblicato diverse registrazioni con Čadrg Records.

Olivia Marani nasce a Cesena nel 1978 dove attualmente vive e lavora. Nel 2007 si diploma presso il dipartimento di pittura dell’ Accademia di Belle Arti di Bologna. Da quel momento in poi incentra la sua personale ricerca prettamente sul corpo; una ricerca per la quale si avvale di linguaggi e supporti tecnici intesi ad indurre una dialettica tra pittura e fotografia. Il particolare carattere polisemico del termine corpo impone la necessità di specificare in rapporto a quale sapere o contesto storico sociale viene utilizzato: in particolare nell’indagine di Olivia il concetto subisce una trasformazione: da “Corpo/umano”, quale è inizialmente trattato, successivamente muta, mediante una trasfigurazione dello stesso, fino a spingere lo sguardo dello spettatore a fendere la superficie dello strato epidermico per dirigersi oltre la soglia del fisico tangibile. Questo moto lo colloca in una dimensione più simbolica in cui il significato si sposta altrove.

Mariano Marini – Nasce a Cesena nel ’71, vive e lavora a Cesenatico come fotografo professionista. Il suo percorso inizia nel ’94 con una ricerca visionaria dello status sospeso tra realtà e memorie distorte dai sogni, parole sussurrate, lacrime perse, corridoi bianchi, il dondolio delle fronde, cercando sempre di sorprendere il respiro dell’anima. Dal 2006 utilizza il video, realizzando diversi lavori in collaborazione con altri artisti – nasce cosi’ il gruppo “Ideal Review”.

Silvia Mei - Ricercatrice, curatrice indipendente e critica militante. Presso la Fondazione Cini è stata assegnista con una borsa di studio sull’iconografia di Eleonora Duse e svolge attualmente ricerca presso l'Università di Pisa (Dipartimento delle Arti). Consulente artistico per diverse realtà festivaliere italiane (tra cui La Soffitta-Università di Bologna e Ipercorpo a Forlì), svolge anche formazione del pubblico e seminari per attori, danzatori e docenti. Critica e affiancatrice della nuova scena, scrive per le testate online culture teatrali.org, di cui è redattrice, e paneacqua.eu; nell’ottobre 2011 ha fatto parte del coordinamento critico della 41. Biennale Teatro di Venezia, “L’Ottavo peccato”, diretto da Andrea Porcheddu. Ha pubblicato curatele, saggi, articoli e interventi in riviste specializzate: “Culture Teatrali”, “Danza&Ricerca”, “Antropologia e Teatro”, “VeneziaMusica”, “Rifrazioni. Dal cinema all’oltre”. Di recente pubblicazione il volume a sua cura Claudio Tolcachir/Timbre4. Una trilogia del living (Editoria&Spettacolo, 2012), formazione argentina guidata da un emergente teatrista di ultima generazione.

Seijiro Murayama - percussionista e batterista, dal 1982 ha lavorato con Fred Frith, Tom Cora, Keiji Haino (fushitsusha),KK.NULL. Attualmente vive a Berlino e lavora con diverse formazioni\progetti : ANP (Absolut Null Punkt) con KK.NULL, il trio Lo con Thierry Madiot, Pascal Battus e il duo con Eric Cordier (hardy gardy), Jérome Noetinger (dispositivi elettro acoustci), Antez (percussioni), Naoaki Miyamoto (chitarra), Jean-luc Guionnet (alto sax). Seijiro Murayama ha anche collaborato come compositore-musicista con diverse compagnie francesi di danza, teatro, performance (L’Ensemble,  Cie Itra, Sophie Lamarche, Anna Maria Civico,  Bernard Dutheil e Nicolas Desmarchelier). Ha pubblicato con le label giapponesi  Nux Organization e PSF, la tedesca  Dossier e di recente con le etichette francesi Celluloid, La Fraternelle, Sezyme, Azimute, Ektic, Important. seijiromurayama.com

NicoNote aka Nicoletta Magalotti, italiana di madrelingua austriaca, è nata a Rimini nel 1962. Outsider della scena indipendente ha sviluppato un personale linguaggio tra musica e performance. Si avvicina al teatro con Maestri quali Yoshi Oida e Gabriella Bartolomei. Nel 1997 ha creato la sigla NicoNote che nel 2010 è diventata  NicoNote Dream Action, equipe con sede mobile tra l'Italia e la Francia. Sperimentatrice del suono e inventrice di spazi, negli anni ‘90 ha ideato il Morphine del club Cocoricò. Come attrice ha lavorato tra gli altri con Romeo Castellucci / Socìetas Raffaello Sanzio, Patricia Allio, Francesco Micheli e Maurizio Fiume. Una ricca discografia attraversa il suo percorso dagli anni ‘80 ad oggi, all’insegna di svariati pseudonimi e band quali Violet Eves, storica formazione new wave della quale è stata la voce, Dippy Site, AND, Slick Station. Ha collaborato, tra gli altri, con Piero Pelù, Teresa De Sio, Roberto Colombo e Mauro Pagani. Recentemente ha presentato il suo lavoro alla Fondation Cartier pour l’Art Contemporain di Parigi. niconote.net

Carlotta Pircher - Laureata al DAMS di Bologna con una tesi su Jan Fabre, si è formata presso la Fondazione Pontedera Teatro - Centro di Ricerca Teatrale lavorando con Danio Manfredini, Stefano Vercelli, Massimiliano Civica, Elisa Cuppini e Piotr Borowski. Ha seguito workshop con Marion D'Amburgo, Thomas Rascher (Familie Flöz - Berlin), Marco Martinelli (Teatro delle Albe), Romeo Castellucci (Raffaello Sanzio). Parallelamente all'attività teatrale, ha coltivato quella cinematografica recitando in numerosi corti e mediometraggi. Nel 2009 fonda, con Debora Pradarelli, la compagnia La Pesatura dei Punti, attualmente impegnata nel progetto in tre studi Your Not Alone any…way…, teatralizzazione degli atti processuali dell'omicidio di Francesca Alinovi. Continua a collaborare con Socìetas Raffaello Sanzio.

Debora Pradarelli - Laureata al DAMS di Bologna, ha seguito seminari condotti da Virgilio Sieni, Fiorenza Menni, Alessandra Galante Garrone, Mamadou Dioume (attore di Peter Brook), Catie Marchad (Living Theatre), Francesca Caroti (Frankfurt Ballet - William Forsythe). Nel 2006 si è diplomata presso la Fondazione Pontedera Teatro. Ha continua la formazione seguendo workshop con Marco Martinelli, Francesca della Monica, Letizia Russo, Romeo Castellucci e Chiara Guidi (Socìetas Raffaello Sanzio). Ha collaborato con Teatrino Clandestino fra il 199 e il 2000. Dal 2010 al 2012 ha collaborato con il Teatro delle Albe ai progetti di formazione teatrale per adolescenti (Non-scuola). Nel 2009 fonda con Carlotta Pircher, La Pesatura dei Punti. 

Branko Popović  - ha studiato nel 1991-95 regia teatrale e recitazione all’INSAS (Institut National Superieur des Arts du Spectacle) a Bruxelles, e si è laureato in Teatro nel 1997. Dal 1995 al 1997 e’ assistente del corso di Recitazione al Conservatoire Royal d’Art Dramatique a Liege (Belgio). Dal 1996 è attivo come regista, performer e organizzatore in progetti di danza e teatro contemporaneo in Belgio, Francia, Italia, Austria, Russia, Singapore, Slovenia, Grecia, Croazia, Serbia. Nel 2004 ha fondato Contemporary Performing Arts Center in Novi Sad (Serbia) e il corso post-laurea Body Unlimited all’Accademia delle Arti dell’Università di Novi Sad. Nel 2005 e’ stato co-organizzatore  nel progetto CIMET, sostenuto dal programma Cultura 2000 della Comunità Europea. Nel 2005 ha diretto in collaborazione con Nhandan Chirco le performance “That’s the show, free gratis and for nothing” e “TWO”, “Play It Again” Dal 2008 collabora al progetto STREAMLINE. Ha conseguito nel 2012 il dottorato di ricerca in Studi teatrali e cinematografici presso l’Università di Bologna.

Leda Sacchetti - animatrice di spazi e luoghi reali e virtuali, attraverso l’ideazione e la realizzazione di progetti culturali ed interculturali e di installazioni. Alcuni: cofondazione e direzione artistica dello spazio nocodecafe Stilelibero e nello stesso presentazione di  ‘Uomo-Donna rapporto a quattro’ (Bologna 2000-2005); presentazioni di ‘Paese Fertile’ e  ‘Jeanpaul’ (Cesena, Itinerario stabile 2006), ‘L’Animazione del Planisfero’ in collaborazione con il Centro Interculturale di Cesena (Manifestazione Cesena città che cammina, settembre 2007); ideazione del progetto ‘Rinascite R2007’ in collaborazione con il centro Interculturale di Cesena e con i partecipanti, all’interno dello stesso presentazione di ‘Graal’ (Gambettola, dicembre 2007); ideatrice e cofondatrice dell’associazione ON nucleoculturale e di ‘ON agenda cultura’ ( giugno 2008); coordinatrice attraverso un’azione di regia-non regia della seconda edizione di ‘ Rinascite R2008’ in collaborazione con il Centro Interculturale (Cesena, dicembre 2008); ‘Compostuter’  insieme a Giulia Conti (settembre 2010); C’ERA’ azione realizzata all’interno del progetto di Anton Roca Luogo Comune (Cesena, dicembre 2010);  Attualmente impegnata nel progetto Ledeopus www.ledeopus.com
Giorgia Severi - Nata nel 1984, lavora a Cesena. 2004 diploma restauro e mosaico, Ravenna. 2007 diploma Accademia Belle Arti, Ravenna. La mia ricerca e’ molto vicina alla Natura, parla della distanza tra essa e l’uomo nell’epoca contemporanea, della Nostalgia e desiderio di appartenenza a quel mondo di cui facciamo parte ma da cui ci sentiamo tanto lontani. Un punto di vista che indaga sulla primordialità dell’uomo, sulle origini, la vita, la morte, la nascita, la bellezza e la fragilità. Nelle opere tento di creare connessioni e relazioni tra mondo vegetale e umano, coinvolgendo il fruitore attraverso una visione lirica del mondo naturale. www.giorgiaseveri.com

Fabrizio Zanuccoli nasce a Cesena nel 1968 e attualmente vive e lavora a Longiano. Nel 1990, da autodidatta, si iscrive presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna dove frequenta i corsi di scenografia. Interessato alle sperimentazioni della tecnica e dei media visivi, come mezzi di espressione comunicativa ed evocativa dell'uomo contemporaneo, realizza e continua da allora, attraverso l'utilizzo del video, la creazione di opere dai diversi tipi di linguaggi espositivi; cortometraggio, installazione, performance, videoarte, avendo nel cuore della propria ricerca il paradosso dell'irrappresentabilità dell'arte. Dal 2001 sigla alcuni lavori AzioneGradoZero.

& - IN PROGRESS....

f.a.c.k.festival@gmail.com   -   FACKfestival.blogspot.com